Di seguito, un approfondimento sul formaggio pecorino bagnolese stagionato:
INGREDIENTI: latte fresco ovino campano, sale, caglio.
Prodotto non idoneo a coloro che hanno intolleranze e allergie al lattosio e alle proteine del latte.
PROVENIENZA LATTE: Italia
La produzione avviene con il latte della pecora bagnolese conferito dagli 8 soci della
CARATTERISTICHE: Il formaggio pecorino bagnolese stagionato è un prodotto che deriva unicamente da latte crudo. Si presenta con una pasta tenera e una struttura con leggera occhiatura. Stagionatura da 6 o 12 mesi.
COM’È FATTO: Il latte crudo di pecora Malvizza, tipica dei pascoli irpini, in special modo quelli che attraversano l’areale dei Monti Picentini e l’Altopiano di Bagnoli viene portato in caseificio dagli otto allevatori dell’Associazione. Una volta arrivato in caseificio il latte viene portato a temperature dai 36°C ai 40°C. Nel segno di un metodo rispettoso della tradizione, e senza l’aggiunta di alcun additivo chimico, al latte viene aggiunto il caglio, con conseguenziale formazione della cagliata. Il latte assume una consistenza pastosa molle, nella quale sono intrappolati i propri valori nutritivi. La cagliata viene poi rotta con uno strumento apposito e trasferita in fuscelle che andranno a dargli la giusta forma. In una fase successiva viene girato e pressato a mano per la fuoriuscita del siero. Giunto alla consistenza ottimale viene lasciato stagionare per un periodo che può essere di 6 o 12 mesi.
SHELF LIFE: 6 mesi
COME CONSERVARLO: riporre il prodotto in frigorifero a una temperatura di +4°C
ABBINAMENTI: Il formaggio pecorino bagnolese stagionato un prodotto lattiero caseario da tavola, da consumare al taglio. Può essere gustato in aperitivo, perfetto da servire su un tagliere, accompagnato con prosciutto o altri salumi. Ottimo in abbinamento con miele di castagno, confettura di fichi o frutta secca. Nella stagionatura da 12 mesi può essere usato anche come formaggio da grattugiare.
CURIOSITÀ: Il latte utilizzato proviene da allevamenti di pecora bagnolese, conosciuta anche come Malvizza autoctona dei paesi a ridosso dei Monti Picentini e dell’Altopiano del Laceno. Grazie al controllo dell’Associazione della pecora bagnolese, composta da allevatori e trasformatori, e del Dipartimento di medicina veterinaria e produzione animali dell’Università Federico II, gli allevatori della zona preservano il territorio e la sopravvivenza di questa specie, altrimenti destinata all’estinzione, di taglia grossa e dal manto bianco chiazzato. Gli allevatori tengono le loro greggi all’aperto, praticando un allevamento allo stato semi-brado, e questo permette agli animali di vivere nella natura e alimentarsi con il meglio dei foraggi naturali presenti nel territorio irpino. Il suo foraggio, costituito soprattutto di erba medica e fieno di sulla, è pieno quindi di sostanze nutritive importanti. Questo consente di ottenere un latte molto ricco di sostanze nutritive e saporito. Questo formaggio, nella storia di questi luoghi, era consumato come formaggio da pasto durante i lavori in campagna o dagli stessi allevatori durante il pascolo degli animali.
DICHIARAZIONE NUTRIZIONALE: valori medi per 100 gr di prodotto stagionato 6 mesi
Energia (kj) 1734 – Energia (kcal) 418 – grassi 33 gr – di cui saturi 21,00 gr – carboidrati 0,2 gr – di cui zuccheri 0,2 gr – Fibre 0,00 gr – proteine 30 gr – sale 1,5 gr.
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DICHIARAZIONE NUTRIZIONALE: valori medi per 100 gr di prodotto stagionato 12 mesi
Energia (kj) 1861 – Energia (kcal) 448 – grassi 35 gr – di cui saturi 22,50 gr – carboidrati 1,2 gr – di cui zuccheri 0,2 gr – Fibre 0,2 gr – proteine 32 gr – sale 1,8 gr.
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